giovedì 19 novembre 2020

5 anni fa si spegneva una figura iconica del rugby neozelandese Jonah Lomu. La sua una storia breve, difficile, ma intensa

Le notizie podistiche scarseggiano. Il periodo non aiuta, ma navigando in cerca di qualche spunto capita di imbattersi in qualche storia interessante. 

Il 18 novembre 2015 veniva a mancare un'icona del rugby mondiale, un mito per i tifosi degli All Blacks, moriva ad Auckland Siona Tali Jonah Lomu

Lomu è considerato uno dei più forti giocatori del mondo di rugby, in una carriera sportiva relativamente breve dal 1993 al 2010 ha realizzato 37 mete in 62 partite con gli All Blacks e 15 marcature in due edizioni in Coppa del Mondo, un record ancora imbattuto. 



La vita dell'atleta non è stata semplice, cresciuto in uno dei quartieri più malfamati di Auckland, in una famiglia non proprio modello, i rapporti col padre erano praticamente inesistenti e uno zio e un cugino furono uccisi a causa di alcune scelte di vita non proprio legali. 

Fortunatamente la madre voleva una vita diversa per il figlio e lo iscrisse al Wesley College, proprio qui Lomu si mette in luce per le sue qualità fisiche, 1,96 metri per 130 kg di peso e per le sue doti sportive riesce infatti a correre i 100 metri in 10"8. Per Lomu entrare nella squadra del college è stata una rinascita, spesso dirà durante le interviste. " Non avrei potuto vivere senza rugby: sarei senz'altro morto o finito in galera".

Nel 1993 veste già la maglia della Nazionale under 19, appena l'anno successivo esordisce con la maglia degli All Blacks. 

Il destino, però, non è stato benevolo con Lomu, nel 1996 gli viene diagnosticata una disfunzione renale. Inizia per l'atleta la battaglia più difficile, continua a giocare, ma purtroppo già nel 2002 deve dare l'addio alla Nazionale e nel 2007 al rugby professionistico anche a causa di un trapianto non andato a buon fine. 

Nel 2007 gli viene concessa l'onorificenza di membro all'Ordine del merito della Nuova Zelanda. Nel 2015 per la fase finale di Coppa del Mondo in Inghilterra viene chiamato come testimonial, le sue condizioni di salute sono già critiche e al suo rientro in patria Lomu muore per arresto cardiaco. 

Il suo feretro viene esposto nello stadio del rugby di Auckland per ricevere  una pubblica commemorazione secondo la tradizione Maori.



Nel film Invictus che narra del processo di riappacificazione nel Sudafrica post apartheid trovando il suo culmine nella vittoria di Coppa del Mondo di rugby del 1995 da parte dei Sudafricani sugli All Blacks, il regista Clint Eastwood ha voluto omaggiare Lomu facendo impersonare il suo personaggio non da un attore, ma da un vero giocatore di rugby, il suo connazionale Isaac Feau'nati.

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