mercoledì 29 luglio 2020

La regolamentazione delle calzature in vista delle Olimpiadi di Tokyo. World Athletics così si è espressa

Le calzature, le scarpe, sono certamente un argomento di stretta attualità per il mondo degli appassionati della corsa.

A volte l'interesse è morboso con sconfinamenti nella superstizione. Gli indumenti portafortuna (?!), ma anche le scarpe che inducono quel dolorino che ormai sappiamo essere per la maggiore dovuto al sovraccarico a cui non sappiamo porre rimedio se non con l'infortunio conclamato che mette il podista nella condizione di riposo assoluto con tutte le complicanze psicologiche del caso.

L'argomento non è solo stringente per gli amatori e per chi corre su strada. L'evoluzione tecnologica ha creato e sta creando correnti di pensiero diverse sulla correttezza della proposizione delle varie case che per assecondare l'idea performativa mettono in commercio nuove idee e nuove proposte che stuzzicano le velleità di un numero crescente di acquirenti.

Non siamo certo solo dei consumatori e non tutti si lasciano andare alla moda del momento, certo è che per esempio l'uscita della Vapor Fly, ha avuto un grande impatto, almeno come curiosità. Lo dicono i commenti sui social e il movimento indotto dalle pubblicazioni sui vari canali web.

Ora anche World Athletics se ne occupa con una regolamentazione specifica sull'uso delle scarpe in pista, anche in vista delle prove di qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo. Per le distanze dagli 800 e oltre l'altezza della suola può essere al massimo di 25 mm (sono invece 20 i mm della suola ammessi per le altre gare in pista a cui si aggiunge eventualmente l'altezza dei chiodi), 40 la misura per le gare su strada.

Limitazione dunque per la novità degli ultimi mesi, mentre per gli eventi no stadia proseguirà la diatriba, non solo social, sul reale aiuto a chi indossa le Vapor Fly, le Alphafly Next % e similar.



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