domenica 31 maggio 2020

Sul tetto della provincia di Alessandria! L'Ebro è conquistato, venite a vivere l'alessandrino!

... Che poi avere meno impegni non è poi così male.


L'assenza di gare ha ridisegnato i fine settimana dei podisti ed anche per chi per hobby segue gli eventi per viverli e raccontarli. Il lockdown per riscoprire la lentezza delle giornate grazie alle letture e alla visione di film lasciati alle spalle per l'incalzare dei mille impegni pre Coronavirus, la fase 2 per trovare nel territorio alessandrino percorsi e sentieri tanto declamati da runner e trail runner ma mai vissuti personalmente.


La settimana scorsa il saluto alla Croce degli Alpini in Val Borbera, in questa ultima domenica di maggio l'escursione per salire sul tetto della provincia di Alessandria, il Monte Ebro infatti, con i suoi 1700 metri è il punto più alto della nostra zona.

La partenza dalla colonia di Caldirola, ma merita anche il territorio per arrivare al luogo dell'inizio del sentiero. Venendo da Alessandria si prende direzione Tortona, superato Viguzzolo, iniziano una serie di paesi caratteristici. Volpedo con le sue pesche, anche se ora il frutto di stagione sono le fragole; ma anche la terra di Pellizza, il divisionista famoso al mondo soprattutto per il Quarto Stato. Lasciato Montemarzino si trova sulla sinistra un piccolo borgo, San Giorgio. Sembra di essere nella inflazionata Toscana per forme e colori?



La strada sale impercettibilmente, probabilmente in bici lo si avvertirebbe di più. Si entra nell'abitato di Brignano Frascata, se si alza lo sguardo si può scorgere il castello del XIV secolo, davvero ben tenuto; ma qui iniziano i salumifici; siamo nella terra del salame nobile del Giarolo, un peccato esserci di domenica con le attività chiuse. Si sa che alla gola non si comanda, servirà una seconda sortita infrasettimanale!



Non c'è tempo da perdere, i sentieri aspettano, ma il piede sull'acceleratore ha il limitatore sulla voglia di guardarsi intorno. San Sebastiano Curone (davvero caratteristico), Fabbrica Curone, Gremiasco e finalmente si arriva a Caldirola.

Il sentiero 106 è agevole, almeno lo è in rapporto alla pietraia incontrata da Rocchetta Ligure per raggiungere la Croce degli Alpini. Largo, pulito, "morbido". La sorpresa è per il bosco, un faggeto davvero pittoresco, pulito, definirlo accogliente è forse l'aggettivo più calzante.



Pochi gli scorci panoramici, ma oggi il clima non avrebbe aiutato. Un profumo di miele è arrivato a folate. Il mistero è presto svelato. In piena fioritura il Maggio Ciondolo, una pianta i cui fiori gialli rilasciavano l'inconfondibile aroma del miele.


Il primo step, ma solo per guardarsi intorno e scoprire i sentieri che ripartivano, presso il Rifugio Orsi, al momento chiuso. Le fontane per dissetarsi non mancano, una goduria l'acqua così fresca e abbondante.



Per un errore di percorso si prende il monte di petto! Anzichè seguire l'andamento dolce del sentiero un "drittone" dal Rifugio fin su ad uno stagno. Il panorama non cambia, si lascia il bosco e il territorio si presenta decisamente wild. Nessuna abitazione, nessun villaggio a vista, ma soprattutto un cielo grigio che non promette nulla di buono.



L'arrivo alla croce sul Monte Ebro dopo 1h20' sancisce la fine della prima parte della escursione. Le chiacchiere con altri escursionisti, qualche goccia di pioggia e all'improvviso si alzano le nuvole e il panorama, anche se non in profondità, è a 360°.






Il tempo di godere dello spettacolo della natura e di percepire dall'aria fresca di essere a 1700 mt e si ridiscende. L'incontro con un Capriolo e con un cucciolo, è l'elemento emotivo della discesa. Sosta alla panche del rifugio Orsi per pranzare; la considerazione di non essere stanchi e la decisione di allungare un po' per non tornare subito indietro. Nuovo sentiero, vecchie conoscenze. Il saluto con Luigi Marchese, runner di vecchia data, ed i suoi amici e si riparte per raggiungere le stalle di Salogni.

La fatica si fa sentire nel dietrofront. La stanchezza è ufficializzata con la smania di raggiungere l'auto per essere al capolinea. 3h25' totali immersi nella natura con il pensiero al prossimo giro, ma anche a tornare da quelle parti per affrontare altri sentieri.

La provincia di Alessandria ha un patrimonio culturale, paesaggistico ed enogastronomico che è altamente sottovalutato. Bio Correndo non è propriamente il luogo di promozione del territorio, anche se lo è nelle intenzioni, ma sarebbe un successo se qualcuno leggendo questi post avesse voglia di vivere i posti raccontati.





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1 commento:

  1. Ho seguito il tuo consiglio di vivere l'Alessandrino; ieri camminata nel parco delle Capanne di Marcarolo, ai Laghi di Lavagnina... Consiglio di farci una visita.. Ciao Antobostik

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