mercoledì 6 novembre 2019

Martina Caironi sospesa dall'antidoping. "Una crema cicatrizzante per un'ulcera" la difesa

Martina Caironi è una icona azzurra dello sport Paralimpico. Doppio oro paralimpico (Londra e Rio) nei 100 mt, 5 titoli mondiali oltre che primatista mondiale.


Le sue imprese sportive sono fonte di ispirazione per una moltitudine di sportivi, non solo nella sfera dell'Atletica Leggera. Oggi la Nado emette uno dei suoi provvedimenti di sospensione, proprio a carico delle Caironi:

Seconda Sezione: positiva Martina Caironi (tesserata FISPES), sospesa in via cautelare

Pubblicato: 06 Novembre 2019

La Seconda Sezione del TNA, vista la richiesta di immediata sospensione dall'attività agonistica dell'atleta Martina Caironi (tesserata Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali - FISPES) presentata in data odierna dalla Procura Nazionale Antidoping, rilevato che l'atleta in questione è risultata positiva alla sostanza Clostebol Metabolita all’analisi del primo campione al controllo fuori competizione effettuato dal Comitato Controlli Antidoping di NADO Italia il 17 ottobre 2019 a Bologna, ritenuta sussistente la competenza della Seconda Sezione del TNA, giuste le disposizioni recate dall’art. 24, comma 2, del vigente Codice Sportivo Antidoping, vista la comunicazione dell’IPC in data 6 novembre 2019; visto l’art. 21, comma 2, del vigente Codice Sportivo Antidoping dispone l'immediata sospensione dall'attività dell'atleta.

Ancora il Clostebol Metabolita, una sostanza che negli ultimi anni abbiamo sentito o letto più volte nei provvedimenti della Nado. La Caironi era a Dubai per la partecipazione ai Mondiali paralimpici che stanno per prendere il via. Dalla sua seguitissima pagina FB così spiega il fatto:

In attesa dell’esito delle controanalisi del campione B, dichiaro di essere a conoscenza della sostanza contenuta nella crema cicatrizzante che ho assunto. Tale crema veniva da me acquistata nel gennaio 2019 dopo tre mesi di sofferenza per ulcera all’apice del moncone. Si tratta di una ferita aperta che nessun farmaco è riuscito a richiudere e nemmeno il non utilizzo delle protesi da cammino e da corsa, con evidenti disagi importanti. In gennaio chiedo al medico federale la possibilità di usare questa crema e mi viene detto che deve essere usata in modo locale e a piccole dosi e che non è necessario il TUE per le quantità troppo basse. Faccio il test antidoping a luglio che risulta negativo. Da quel momento la ferita si apre altre due volte, ma in maniera meno grave e quindi ritengo di poter continuare in piccole dosi in quanto sicura di non incorrere in alcun tipo di infrazione, tanto è vero che all’ultimo controllo antidoping di ottobre ho dichiarato tale sostanza. Mi ritrovo a dover saltare un Mondiale in un anno fondamentale senza ancora aver provato una definitiva cura per la mia ulcera”.


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1 commento:

  1. Allora, parliamoci chiaro, il Doping nel Mondo Paralimpico è un fatto serio che andrebbe approfondito seriamente, spesso noi disabili siamo costretti a fare delle cure e posso dire che spesso qualcuno possa approfittare di questo scudo per fare il furbo, ma questo va approfondito dagli esperti del settore che secondo me devono ampliare il margine di azione e capire che ormai il mondo Paralimpico è un vero Business. Il vero DOPING ad esempio nel NUOTO secondo me è rappresentato dalle Classificazioni Mediche che spesso creano a vista d'occhio delle pesantissime penalizzazioni, disabili che camminano messi in gara con chi ha una sedia a rotelle oppure gradi di disabilità Motoria che non vengono tenuti in considerazioni, LI ANDREBBE APERTO UN DISCORSO SERIO altro ce DOPING li sono i medici a decidere chi vince "facile" e chi no con enormi introiti economici e nessuno ne parla!

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