Al lavoro duro insieme al suo coach Francesco Labate, le trasferte per cercare la concorrenza giusta per mettersi in gioco, il rimboccarsi le maniche dopo una giornata al lavoro e crederci sempre anche quando le cose non vanno per il verso giusto.
Venerdì scorso l'incontro al campo di viale Massobrio. Il racconto a Lady Bio della sua gara. Nella qualificazione un problema al nervo sciatico. La rincorsa nelle ore successive per tentare di far rientrare il problema. La finale senza fastidi fino a 150 metri dal traguardo quando il fastidio è tornato con forza. L'impossibilità di spingere oltre con il timore di perdere il 3° posto. La GRANDE gioia tagliato il traguardo, ma ancora di più quando è salito sul podio. 3° nei campionati italiani, un sogno diventato realtà.
Ora però si riparte, ma la sua medaglia ha un altro valore. Quello di motivare le giovani leve che lavorano, faticano e si divertono nella pista in cui ha costruito il suo successo. Presentarsi al campo con la medaglia al collo è il segnale che volere è potere e Mach è un esempio per tutti.
La foto di copertina è nel mio cellulare da qualche giorno e sia Leo (mio figlio) che Mattia, un suo amico-atleta anche lui in foto, mi hanno chiesto insistentemente questo scatto per avere il ricordo fotografico con il campione.
Piccoli anedotti che mettono in luce quanto i successi dei singoli siano di traino per gli altri e per il movimento. Bravo Mach per la medaglia e per quel che rappresenta.
Qui con Gaetano!
e con il gruppo allenatori: Rapetti, Mach, Labate e Meda
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