venerdì 23 marzo 2018

Strategie e programmazione... non da noi!

Un articolo molto interessante sul The Guardian tradotto in un sunto. Altrove si programma, da noi? Parliamo delle piste inagibili o di quelle da consegnare ma che rimangono ferme con le 4 frecce?
Lo sport in genere è da sostenere e il sostegno arriva con una programmazione e un investimento concreto.

Grazie alla segnalazione e alla traduzione:

Con 39 medaglie ai Giochi Olimpici Invernali di Pyeongchang la Norvegia, un paese di 5,2 milioni di persone, non solo ha ottenuto il primo posto nel medagliere di questa edizione, ma ha anche battuto il record di 35 medaglie stabilito dagli USA a Vancouver nel 2010.

La filosofia alle spalle dello sbalorditivo successo norvegese ai Giochi invernali, per ammissione dello stesso Tom Tvedt, presidente del Comitato olimpico norvegese. I norvegesi infatti si rifiutano di spendere milioni in sport che la gente comune semplicemente non pratica in cambio di un breve successo al momento della vittoria di una medaglia. Sottolineano l'importanza del legame strettissimo tra lo sport di base e quello d'élite. E, stranamente, dicono che i club sportivi locali sono una parte fondamentale del loro successo.

"La nostra visione è lo sport per tutti", afferma Tvedt. "Prima dei 12 anni dovresti divertirti con lo sport. Quindi non ci concentriamo su chi è il vincitore al quell’età. Al contrario, la nostra priorità è portare i bambini nelle nostre 11.000 società sportive sul territorio. E abbiamo il 93% di bambini e giovani che praticano regolarmente sport in queste organizzazioni".

Come spiega Tvedt, questo giova a tutti, perché più le persone amano lo sport da bambini, più ampio sarà il pool di talenti che i team di élite avranno in seguito. "Tutte le nostre medaglie provengono da atleti che hanno iniziato nei club locali. Se un atleta è bravo, li porteremo all'Olympiatoppen, il nostro centro sportivo d'élite. "

C'è di più: la federazione sportiva norvegese ha un budget annuale di 15,5 milioni di euro per gli sport estivi e invernali. Per confronto, UK Sport ha un budget di 155 milioni di euro l'anno per finanziare lo sport olimpico d'élite, di cui 9 milioni sono destinati agli sport invernali.
“I nostri atleti non vivono delle sovvenzioni che diamo loro” dice Tvedt “hanno tutti un lavoro, sono carpentieri, insegnanti, idraulici, studenti”

Molto importante invece è il cameratismo, rafforzato da una regola fondamentale: vietato fare gli idioti. 

Lo sciatore Kjetil Jansrud, che ha vinto l'argento e il bronzo a Pyeongchang, spiega: "Crediamo che non ci sia una buona spiegazione del perché devi essere “sopra le righe” per essere un buon atleta. Nella nostra squadra queste cose non esistono". Il senso di gruppo si costruisce anche allenandosi insieme in bassa stagione all'Olympiatoppen e uscendo in compagnia il venerdì sera.

"Questo tipo di atteggiamento è trasversale nell'intero sistema. La norvegia non partecipa alle competizioni di skeleton o bob perché sono sport troppo dispoendiosi. È un paradosso della Norvegia: pur essendo un  paese molto ricco ma ha un approccio socialista allo sport. Il successo dovrebbe derivare dal lavorare sodo e dallo stare insieme.

Lief Kristian Nestvold-Haugen ha spiegato "Non soggiorniamo spesso negli hotel a cinque stelle, e le camere singole sono molto rare a meno che non stiamo viaggiando con un numero dispari di atleti", ha detto. 

Certo è oggettivo che il clima della Norvegia favorisce gli sport delle Olimpiadi Invernali. E’ anche vero che i migliori atleti della Norvegia competono in eventi come lo sci di fondo e il biathlon, dove sono in palio numerose medaglie. Anche la tecnologia ha giocato un ruolo. Qualche anno fa la Norvegia ha lanciato il “big gliding project”, che ha enormemente migliorato gli sci degli atleti - anche se bisogna sottolineare che i fondi stanziati in questi studi sono stati irrisori rispetto a quelli a disposizione di altre squadre olimpiche.

Non parliamo comunque di un mondo incantato e perfetto, attenzione! Nel 2016 lo sport norvegese è stato scosso fino alle fondamenta quando Martin Johnsrud Sundby – vincitore di due ori e un argento a Pyeongchang - è stato bandito per l'uso eccessivo di farmaco per l'asma. Un altro scandalo è scoppiato quando il canale televisivo norvegese NRK ha pubblicato la lista dei farmaci per l'asma che i medici del suo paese stavano portando a queste Olimpiadi invernali, che erano 10 volte più di quelle della Finlandia. "Il loro uso medico è al limite", afferma Jostein Overik del giornale norvegese VG. "Non si può dire che si tratti di doping, perché gli sciatori di fondo hanno problemi respiratori quando fa freddo. Ma solleva questioni etiche”.

Al contrario, le federazioni sportive norvegesi hanno un confine etico molto più severo quando si tratta di tende da altitudine, che vengono utilizzate da molti atleti di resistenza per aumentare naturalmente il loro numero di globuli rossi. "Non lo permettiamo in Norvegia", dice Twelde. "Diciamo di no. Devi salire sulle montagne se vuoi i benefici dell'allenamento in quota. "

Un simbolo del modello sportivo norvegese è stato in questi Giochi lo sciatore di fondo ventiduenne Johannes Hosflot Klaebo vincitore di tre medaglie d'oro. Klaebo ha sempre amato e praticato sport (sci di fondo praticato in compagnia e grazie ai consigli del nonno e calcio) ma fino all’età di 15 anni era molto minuto di costituzione e pertanto ben lontano da prestazioni d’elite. Tuttavia, quando è cresciuto e ha iniziato a manifestare le sue capacità, è stato subito individuato dagli allenatori d'élite grazie all’ottimo collegamento fra squadre locali e sport competitivo.

 Commentando i risultati di  Pyeongchang  Twelde dice: "Il nostro obiettivo era di 10 medaglie d'oro e 30 complessive, quindi quello che stiamo vedendo è qualcosa di straordinario. È fantastico per il nostro modello e il modo in cui pensiamo.”

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