Asolo 15 luglio 2017
E’ la mia
sesta partecipazione su sette edizioni della 100 km di Asolo… Il tempo sembra
non passare mai da una all’altra. Si parte dal centro storico di Asolo,
splendido paese che si erge su una collina e si arriva poco distante a Casella
d’Asolo dopo un viaggio di 100 km che porta al Sacrario sul Monte Grappa a
circa 1800 mt: è uno dei principali ossari militari della prima guerra mondiale.
Dopo le prime due edizioni con i
temporali, le successive sono state caratterizzate da un caldo quasi torrido:
quest’anno invece il clima era ideale per correre. Record di partecipanti
(circa 350 compresi gli iscritti alla 50 km) grazie al passaparola che qui funziona
più di ogni altro mezzo di comunicazione: ci sono tanti amici e volti conosciuti
del mondo delle ultramaratone e anche chi vuole provare una sfida su un
percorso bellissimo. Sì, perché il fascino della corsa è lì, nella sua
semplicità e nell’avere paesaggi stupendi che alleviano la fatica.
Si parte alle 14 con l’idea di
arrivare tranquilli al 50° km in cima al Grappa, poi si può stare tranquilli. Partono tutti forte, anche i miei compagni di corsa, ma io controllo il mio
passo e rallento per tenermi per la seconda parte di gara. Prime salite e primi
sorpassi e controsorpassi, poi il percorso spiana in attesa di arrivare a
Possagno, dove la salita del tempio di Canova sembra un miraggio. Al 30° km si
fa sul serio: la Salita degli Alpini, il punto più duro della corsa con
pendenze anche al 20%... le gambe si induriscono e il ritmo si abbassa.
Seduto
su un guardrail e megafono in mano trovi il “Motivatore”, vedere i video per
credere, che incita tutti quelli come me, che vogliono finire la gara, ad
andare avanti perché “questa non è una corsa sul divano” oppure “le salite non
sono quelle del cavalcavia dietro casa tua”… Qui incontro il mio amico Paolo
Montesi, con cui ho condiviso diversi momenti di gare, soprattutto alla 9 Colli
Running di quest’anno dove ho avuto un problema fisico nei primi km e mi ha
dato un grande aiuto a superarlo.
Iniziano gli ultimi 10 km che
portano al Sacrario, ormai il sole si avvia al tramonto, infiliamo le gallerie
che caratterizzano questo tratto e finalmente gli ultimi 3 km di salita ci
portano sul punto più alto dove si può ammirare tutta la distesa fino alla
laguna veneta. Cambio veloce e passato di verdura al ristoro e siamo pronti per
la lunga discesa che ci porterà al 76° km, durante la quale si recupera ritmo e
gambe. Ma… proprio quando sembrava una formalità fare 24 km in 9 ore, Paolo
finisce le energie, fa una fatica tremenda, ci sorpassano altri runner, mi
invita a correre perché sa che ne ho ancora, ma decido di aspettarlo perché ci
tengo veramente a finirla insieme. Così passiamo tutta la notte a camminare tra
colline e paesi fino al 90° km dove la sosta diventa lunga; Paolo si riprende e
affrontiamo gli ultimi 10 km con l’alba che illumina la salita al centro
storico di Asolo (perché al 95° km, 2 km di salita non possono mancare) e poi in
discesa verso Casella d’Asolo.
16h06min il tempo finale di gara,
non sarà un granché, ma siamo arrivati entrambi! Alla fine mi sono sentito
più stanco che se avessi concluso con un paio di ore in meno: camminare così
tanto dopo ore di corsa è veramente più faticoso.
Tra le altre cose ci sono state
alcune sorprese: ai ristori nei primi 20 km sono spariti i cibi solidi (fette
biscottate, torte, wafer, cioccolato, ecc. non ci sono), solo acqua e anguria…
Panico! Io di solito mangio tanto anche durante la corsa e l’anguria a volte mi
è indigesta. Pazienza, arrivare al ristoro del 40° km non è impossibile e lì
c’è di tutto.
Questa 100 km sarà
indimenticabile al pari di altre che ho corso: è bello sentirsi bene dopo una
corsa così, rivedere le immagini di un viaggio che, passati due giorni, già ti
manca. Personalmente la consiglio a tutti perché è possibile finirla anche camminando
e ne vale davvero la pena. Non mi sono mai pentito di averla scelta come prima
100 km e continuerò a correrla finché potrò e ne avrò voglia.
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