sabato 6 maggio 2017

Cancellare i record stabiliti prima del 2005? Bio Correndo e Matteo Piombo dicono di no!

Matteo Piombo ci spiega il perchè la proposta della federazione europea non convince, anzi entra a piè pari con la speranza che come tante idee rimanga una boutade senza storia e speriamo senza memoria in chi l'ha sentita.

Prima il fatto per chi non sapesse di cosa si tratti dalla "Rosa" on line: RECORD cancellati PRE 2005

Di Matteo Piombo:

6 maggio 1954

Oggi è una data storica per l’atletica mondiale, oggi si ricorda un impresa che ha segnato il mezzofondo e l’atletica. Il 6 maggio 1954 a Oxford l’inglese Roger Bannister corse, per la prima volta nella storia, il miglio in meno di 4 minuti. Il suo tempo fu 3’59”4 e quella barriera, inseguita dagli uomini fin dagli anni quaranta, era stata finalmente infranta. Quell’impresa lontana è per dire che i record sono fatti per essere battuti. Oggi il miglio si corre in 3’46” anche, ma resta il segno di quella lontana gara. E dell’impresa di quell’atleta. Precisiamo che sir Roger (fatto baronetto proprio per quel risultato) non era un professionista. Ma uno studente di medicina molto brillante. Divenuto neurologo ha avuto poi una brillante carriera. Quindi per lui l’atletica non è stata la ragione della vita. Ma tutti noi che indegnamente rispetto a lui, calchiamo le piste di atletica un po' ci ispiriamo alla sua impresa. Cosa è un record? E’ qualcuno che va oltre il limite conosciuto. Che porta l’uomo a una vetta più elevata di quelle toccate prima. E come se ci fosse un Everest da scalare e chi ci arriva per primo porta avanti tutta l’umanità. Poi arriva un altro, più bravo, e va ancora più in alto. Oggi la Iaaf (federazione mondiale di atletica) la EAA (federazione europea di atletica) e la Fidal lanciano un assurdo progetto. Che vorrebbe riscrivere le tabelle dei record mondiali, europei e italiani. Facendo “pulizia” dei risultati passati. Una cosa indegna che ci fa arrabbiare. Perché noi viviamo dell’ombra di quelle imprese. E lungo l’elenco di risultati del passato che oggi non passerebbero ai controlli antidoping. Ne siamo certi, nei lanci maschili, nella velocità femminile e su altre specialità c’è piu di un sospetto su certe prestazioni. E probabilmente ci sono risultati non record che valgono piu dei veri record. Ma ugualmente non vogliamo vengano toccati certi risultati e certi nomi. Perché in quei nomi, in quelle imprese, c’è la storia dell’atletica. Marita Koch è stata una grande 400ista della Rdt e il suo 47”60 ottenuto nel 1985 a Camberra è ineguagliabile. Forse dietro non c’erano solo pastasciutte e bistecche nella dieta della bella tedesca. Ma generazioni di atleta si sono confrontate con quel tempo, e non è giusto ora dare il record a qualche altro risultato. Con la scusa di una riforma che nessuno chiede. Anche nei 100 e 200 piani i tempi dell’indimenticata Florence Griffith sono lontanissimi dalle migliori velociste di oggi.  10”49 sui 100 e 21”34 sui 200 valgono persino la finale del campionato italiano maschile oggi. E anche lì, pur con tutti i dubbi, ci ripugna pensare che qualcuno voglia cancellare quel nome dall’elenco dei record mondiali. Anche nei lanci ci sono esempi di risultati fuori misura. Il discobolo della Germania Est Jurgen Schuldt che arrivò oltre 74 metri nel 1986 a Neubrandemburg è oggi fuori categoria, perché i migliori discoboli si fermano 5-6 metri prima di quella fettuccia. E cosa dire del mitico Kevin Young che alle olimpiadi di Barcellona ha corso i 400hs in un fantascientifico 46”78. Nessun altro è più sceso sotto i 47” e oggi basterà certo un tempo molto più alto per vincere il mondiale a Londra la prossima estate. E lo stesso Young è stato atleta talmente meteorico da scomparire dalle graduatorie dopo il suo inarrivabile exploit. E da allora chi corre le barriere intermedie ha quel riferimento. Quel cartello irraggiungibile, quelle cifre stampate in alto, in un immaginario tabellone elettronico. Quindi diciamo no ad ogni revisione dei record perché vogliamo continuare a ammirare quei campioni. E anche noi italiani, che in certe specialità abbiamo record fatti più di trenta anni fa, vogliamo tenerceli. Come il 19”72 di Mennea a Messico, datato 1979 e che viaggia verso i 40 anni di imbattibilità. Chi osasse toglierci quel tempo meriterebbe il nostro perenne disprezzo.

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