mercoledì 1 marzo 2017

"Per Angelo che amava correre nel Monferrato"... La MonferRun di Cristiano Capelli

1^ MonferRun: buona la prima, anzi no. Ottima la prima! 

Oggi (domenica 26 febbraio) sono a Canelli, terra dell’Asti spumante, e patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, il riconoscimento dato alle sue cantine storiche, le cosiddette “cattedrali sotterranee”.
Queste sono un labirinto di tunnel e gallerie scavate nel sottosuolo tre secoli fa e dove ancora oggi si lasciano a riposare le botti di Moscato in attesa della fermentazione. Essendo che alcune di queste sono visitabili, mi riprometto per il pomeriggio di andarci a fare visita.
E’ la prima edizione della MonferRun, la mezza maratona che attraversa i comuni di Canelli, Calamandrana e Nizza Monferrato. E’ in programma anche una manifestazione non competitiva di 7 km. Il ragazzo al desk delle registrazioni, dopo aver preso nota dei miei dati, mi rilascia il pettorale 626, realizzato con un bel tessuto, che lo farà arrivare intonso al traguardo; una bella maglietta di un color verde smeraldo e il chip che ovviamente dovrò restituire una volta tagliato il traguardo. Poco distante c’è il gazebo dei massaggi e quello per il deposito borse. Su un lato della piazza, i volontari stanno allestendo su dei tavoli quello che sarà il nostro ristoro finale. Ci sono anche dei cartelli che riportano chiare indicazioni su dove trovare gli spogliatoi al coperto e le relative docce (mi auguro, che siano belle calde). A fine gara, con la riconsegna del chip, scoprirò che mi verrà data una bella bottiglia di vino Barbera DOCG. Con tutti questi dettagli messi in campo dall'organizzazione mi viene difficile credere che sia solo una prima edizione, ma tutto può essere.
Dal palazzo comunale, la bandiera dell’Italia sventola timidamente. Io sono sulla linea di partenza. Accanto a me ci sono: Santi, Massimiliano e Daniele. Siamo in rappresentanza della Peralto. Sappiamo che oggi correremo per Angelo, un nostro amico e compagno di squadra che amava prendere parte alle gare nel Monferrato.
Alle 9:30, lo sparo della pistola FIDAL dà il via alla gara. Daniele ha una partenza fulminea e lo rivedremo solo all'arrivo. Il percorso si snoda per intero nella valle Belbo. Inizialmente ci dirigiamo verso Calamandrana, luogo in cui, intorno al settimo km, sono stati posizionati sia il traguardo volante sia l’arrivo della non competitiva. A Calamandrana, ci lasciamo alle spalle anche il ristorante “Il Quartino” e con lui la terra dello spumante per proseguire verso Nizza Monferrato, altro importante centro della valle, anch'esso dichiarato patrimonio dell’umanità per i suoi bei paesaggi e il suo pregiato vino Barbara. Proprio in corrispondenza di Nizza, ideale giro di boa di questa gara, Massi decide di allungare e prova ad ottenere un nuovo personal best. Massi ci crede e ci riesce. Anche lui, come Daniele, lo rivedrò al traguardo sudato fradicio, ma contento per essere riuscito a raggiungere l’obiettivo che si era prefissato. A differenza di Massi, Santi ed Io abbiamo un passo costante, preciso quasi fosse scandito da un metronomo. Intorno al 15 km, noi siamo ancora in piena gara. Le posizioni finali non sono ancora assegnate in maniera definitiva e tutto può succedere. Con il passare dei km, il lungo serpentone di runners non si è ancora sfilacciato a sufficienza. Intorno a noi ci sono parecchie persone: alcune che ci precedono le riusciamo a riprendere; altre invece ci raggiungono, ci affiancano e poi vanno via leggere e inesorabili, quasi non facessero fatica. Come sarebbe bello andare così! Con Santi teniamo duro. Non molliamo un metro. Affrontiamo le dolci salitelle con determinazione e altrettanta caparbietà corriamo le discese. Negli ultimi km diamo tutto. Il nostro corpo è in affanno, ha fame d'aria. Con la respirazione facciamo fatica a dargli ciò di cui ha bisogno. Appena fatto un respiro, questo non è già più sufficiente e immediatamente ne abbiamo bisogno di un altro e poi di un altro ancora. Di continuo. Il sudore della fronte ci bagna gli occhi irritandoli. Le gambe si ribellano alla testa che ordina inesorabile di muoversi. L'ordine è chiaro e perentorio: “Muoversi e veloci, grazie!”. Sento il cuore che mi pulsa in gola e nelle tempie. Poi finalmente vedo l’arco gonfiabile, ancora un piccolo sforzo e transito sul tappeto dove sono sistemati i rilevatori del tempo. Odo il classico suono del cicalino. Ora posso fermarmi e riprendere fiato. Santi è accanto a me. E’ stanca ma contenta. In prossimità del traguardo ci sono Davide e Massi. Ci abbracciamo. Sappiamo che abbiamo fatto una bella cosa e abbiamo combattuto fino all'ultimo metro. Oggi, indipendentemente dallo sterile verdetto del cronometro, abbiamo raggiunto il nostro best personal: Angelo, abbiamo fatto del nostro meglio e questa gara l’abbiamo corsa per te.
Grazie a tutti i volontari, Carabinieri e Vigili che con il loro aiuto hanno permesso di correre in questi bei luoghi. Arrivederci alla prossima edizione.

Angelo Seriolo in una foto da Genova di Corsa


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