mercoledì 1 febbraio 2017

Il laboratorio antidoping di Colonia non consegna "la provetta". Ancora A.Schwazer d'attualità

Sono stato un ammiratore della prima ora, un detrattore convinto dopo quanto successo nel 2012 continuando ad esserlo anche nel momento in cui la sua riabilitazione popolare era forte e veicolava l'enfasi della bella storia ad essere accondiscendenti.

La successiva positività e squalifica pre olimpica puzzava e molto, non nascondo che il mio pensiero non è cambiato sulla vicenda originaria, ma per onestà intellettuale la successiva vicenda ha il retro gusto dell'attacco personale se non all'altoatesino a chi l'ha sostenuto nella rinascita. Sandro Donati, per quei pochi che non sappiano chi sia e che nel suo recente passato sia stato il fautore della lotta al doping colpendo anche quelli comunemente detti "poteri forti"

L'altoatesino quindi è sempre d'attualità e ogni notizia sui media è motivo di una particolare attenzione.

Ieri il Corriere dello Sport CLICCA QUI ha riportato la notizia che il laboratorio antidoping di Colonia non avrebbe consegnato la provetta incriminata da riesaminare come richiesto dalla procura di Bolzano.

Un sito che peraltro seguo spesso ha parlato di paradossale, il Corriere ha riportato le parole dell'avvocato che usa parole come "comportamento molto strano" e "grave violazione"

E che gestisce il centro cosa dice?
Sempre dal Corriere si legge che in sostanza attendevano l'autorizzazione di un giudice locale.

Facile? Sì!
Una rogatoria internazionale non è altro che la richiesta di un giudice di uno stato ad un altro per ottenere atti, documenti e informazioni. Ad una domanda deve corrispondere una risposta (di assenso o negativa) con l'eventuale avviso a chi detiene l'informazione di doverla consegnare. Lineare.

Lineare, ma viviamo nel periodo dei complotti anche quando le spiegazioni sono nel significato delle parole... Attendiamo gli sviluppi


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