sabato 14 gennaio 2017

Alessandria. Indifferenza per la morte di un carnefice

Femminicidi, figli che ammazzano genitori, violenze di ogni genere.
Il momento storico in cui stiamo vivendo sembra essere il più cupo da che ho memoria o almeno da che seguo con attenzione le notizia dei media. Non un'epoca storica certo, ma sufficiente per affermare che è un periodo terribile, il peggiore, a tal punto che in certe sere il dubbio se seguire o meno il telegiornale con un bambino di 8 anni con le orecchie dritte e ricettive è forte. Chiudere o non chiudere la porta sulla realtà troppo dura per chi non ha ancora gli strumenti psicologici per difendersi?

I fatti di cronaca nera e di violenze non hanno un'estrazione sociale precisa, non hanno una geolocalizzazione e toccano le corde di tutti soprattutto quando il fatto accade nel contesto in cui si vive.

Ecco che la notizia di pochi giorni fa scuote la sensibilità soprattutto di Alessandria città. Un allenatore di calcio delle giovanili del capoluogo mandrogno è stato arrestato martedì per detenzione di materiale pedo pornografico e violenza su minori. La storia fa il giro dei notiziari, non soltanto quelli locali perchè il "signore" avrebbe abusato dei ragazzi che allenava per una trentina d'anni. In casa un archivio video e cartaceo della sua opera da carnefice.

Il risveglio di questa mattina è con il suicidio di antonio marci, questo il nome, nel carcere Don Soria. Si sarebbe soffocato con un sacchetto di plastica. Il condizionale è d'obbligo vista la storia e la dinamica, ci si limita così a leggere i quotidiani e a riportare il dato di fatto. E' morto.

La sensazione? Per una volta non mi sono sentito garantista, non ho provato quel senso di incertezza e di misericordia per una vita persa. 30 anni di violenze e di soprusi su ragazzi di cui aveva il dovere morale di essere un esempio e una guida, sono una colpa inaudita che non meritano il perdono terreno, per quello divino spetta fortunatamente ad altri.

Sono felice di non aver conosciuto antonio marci, sono felice di non poter dire "non sembrava una cattiva persona" e non avrà la mia pena.

Il nome minuscolo e scritto in piccolo è voluto.

Foto di copertina da La Stampa di Alessandria on line


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