martedì 13 dicembre 2016

Tifare Toro è stare dalla parte dei vinti

Ma il nonno che squadra tifava?

La domanda di un bambino di 5/6 anni quando ha dovuto fare la scelta della vita. Saper rispondere alla domanda:" Che squadra tifi"?


La morte del nonno materno è stato il mio primo impatto con il distacco da una persona di famiglia e in quel momento mi è sembrata la cosa più logica. Portare avanti la fede calcistica del nonno prematuramente scomparso.

Il Toro da quel momento e per molti anni è stata la passione, con il senno di poi una malattia autoimmune, da cui credevo che non ci fosse guarigione per l'italiano medio. Un periodo lungo e intenso in cui un risultato positivo o negativo poteva incidere sull'umore domenicale e sul lunedì con i compagni di classe altrettanto esasperati dal pianeta calcio.

In quell'epoca di forti dualismi mi chiedevo come la Juventus potesse essere tanto amata. Aveva vinto tanto e avrebbe vinto ancora molto, ma era la squadra degli Agnelli, dei padroni, di chi aveva un tenore di vita fuori dall'ordinario, come poteva essere il faro per la classe media? Nella mia mente di fanciullo e adolescente poi, non era contemplato che anche gli altri presidenti delle società di calcio erano floridi imprenditori o prestanome di persone dall'influenza economica nel panorama italiano.

Una cosa però era certa. Era chiaro da subito che tifare Torino significava soffrire con poche speranze di alzare dei trofei e subire gli sberleffi dei cugini... è proprio vero che i parenti non li scegli!

2° posto dietro al Verona campione d'Italia, serie B, il Comunale, il Delle Alpi, Bresciani, Capitan Cravero, il pullman del club che ogni domenica mi portava allo stadio da Casale, le trasferte, Lentini, il tradimento di Lentini, Borsano, la sedia di Mondonico alzata al cielo (brividi mentre scrivo e ricordo), il Delle Alpi pieno per Real Madrid e Ajax, la coppia Italia vinta con un 3-0 all'andata e una sconfitta 5 a 2 al ritorno con la Roma, .. i derby!

Ecco i derby

La paura vera ogni volta che Baggio aveva la palla ai piedi, la stessa con Del Piero. Il derby vinto nel gennaio 1995, partita rinviata a novembre quando Alessandria e il Piemonte furono colpiti dall'alluvione. Ricordo vivido con Angloma che segna un gol clamoroso e si ferma facendo un gesto con la mano per indicare la traettoria data alla palla... il 3-0 divenuto 3-3 con il rigore di Salas sparato alle stelle dopo la "buca" scavata da Maspero, ma i derby sono anche e soprattutto cocenti sconfitte, roboanti alcune, altre sul fil di lana che sono ancora più fastidiose.

L'antidoto
Non so come, ma un po' per volta mi sono staccato dal calcio, in modo graduale, forse e soprattutto iniziando a lavorare, gli scandali nel corso degli anni hanno dato il colpo di grazia e così dal vedere partite come se non ci fosse altro al mondo, a non seguire nemmeno la nazionale ai mondiali. Ci ho riprovato qualche tempo fa inseguendo un sogno, ma era chiaro che era un lavoro e non un piacere

Il Toro però...
Ad un Amico, Granata sfegatato, chiedo occasionalmente il risultato della partita domenicale a volte non sapendo nemmeno con chi giochi e magari sbagliando giorno della partita, ma il derby di domenica ha smosso qualcosa.

Granata e Bianconero
Il contrasto cromatico, le tifoserie in fermento, Giancarlo dallo stadio che mi manda la foto della Maratona, ecco l'accordanza podistica! 1 a 0, 1 a 1, 1 a 2, 1 a 3... Questa è la storia di chi tifa Toro. Soffrire e perdere con la squadra che non si vorrebbe mai veder vincere proprio contro di te.

Tifare Toro è questo. Stare dalla parte del vinto!

Dopo tanti anni senza alcun sussulto calcistico, la foto della Maratona ha fatto riemergere sensazioni dimenticate, non è una ricaduta, ma solo la piacevole sensazione di un colore amico a cui si vuole bene

... Ma il nonno che squadra tifava?




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