martedì 1 marzo 2016

Corse e corridori di Matteo Piombo

L'ultimo Grandangolo di Pier Marco Gallo ha alzato un mezzo polverone e Matteo Piombo ne il suo Corse e Corridori espone il suo punto di vista:
Recentemente ho letto vari interventi sull’attività podistica provinciale e siccome ho memoria dell’evoluzione del movimento e delle sue modificazioni vorrei dire la mia opinione.
Le corse su strada odierne (quelle dai 5-6 km. delle notturne alle mezze maratone per intenderci, non mi occupo di altri sport se è chiaro il concetto) derivano in gran parte dalle non competitive. Queste erano corse spontanee, nate senza calendari, enti promotori o programmazione nei primi anni settanta. Allora un movimento podistico enorme (neppure lontanamente paragonabile all’attuale) si mise in movimento (nel vero senso della parola) solo per ispirazione collettiva. Le corse si organizzavano così, senza preamboli, senza programmare niente. E partecipavano centinaia di persone, correndo o camminando, ma in maggioranza correndo. Solo a Tortona c’erano almeno cinque o sei gruppi che ogni domenica mattina si trovavano per andare a correre, in paesi vicini o anche più lontano. Gruppi dai 10-15 ai 25 componenti, molti di questi giovani. Un po' poche rispetto ad oggi erano le donne allora. Ebbene quel movimento soddisfaceva il bisogno di tanti di movimento, di aggregazione, di sport senza troppi vincoli, e senza spendere troppo. Qualcuno ci guadagnava, come sempre, ma si finivano per finanziare enti locali tipo Pro Loco o squadre sportive calcistiche o diverse. Non c’erano concorsi, classifiche da pubblicare, venivano registrati su un foglio i primi 15 uomini (i premiati) e poi il foglio era buttato via. Nessuna statistica, nessun concorso, niente tempi e distanze a volte fantasiose o non misurate. Dieci km. erano fatti in circa 30’ poi si scopriva che erano otto in realtà. Ma non c’erano gps per fortuna e i cronometri erano rari, e al massimo avevano un tempo solo. Correvano seriamente una cinquantina di persone, poi c’erano gruppi che andavano allegramente a ritmi molto turistici.  Ora da quell’universo di podisti hanno iniziato negli anni ottanta a fare calendari, concorsi, a inquadrare il tutto togliendo spontaneità, genuinità e trasformando queste corse di paese in gare vere e proprie. Si è perso molto, si sono persi i corridori della domenica. Quelli che andavano a correre senza allenarsi o facevano il giro in gruppi di 5-10 persone a passo libero magari anche camminando. Quelli che nel milanese e nel pavese anche oggi fanno le partenze libere, e sono tanti (visti i circa 600-800 iscritti di certe gare FIASP). Cosi oggi la diatriba è sui pochi partecipanti alle gare, sulla concorrenza delle gare di altre zone, e su chi invece di gareggiare preferisce allenarsi. Ecco allora perché non cercate di adattare le vostre gare, peraltro sempre uguali e monotone nella loro casistica uniformata, alle esigenze di tanti che a queste gare non verranno mai. Il modo è semplice, fare corse senza classifica come quelle Fiasp. Partenza libera, percorsi diversi da 6 a 20 km. tutti tracciati bene e segnalati, ristoro finale adeguato, quota di partecipazione bassa e senza premio obbligatorio. Allora vi ritroverete numeri adeguati e potrete rientrare nelle spese, se questo è l’obiettivo. Io credo ci siano molti che corrono e che andrebbero a questo tipo di corse, perchè detestano le classifiche (che nella corsa danno poche sorprese, perché chi fa 32 sui 10 km. arriva primo sempre e chi fa 50 sulla stessa distanza arriva sempre dietro) e vogliono lo stesso correre, senza l’assillo di dover fare un certo tempo. Io penso che anche da noi ci siano tanti che parteciperebbero a questi eventi, senza calendari, classifiche, punteggi o concorsi.

Matteo Piombo

3 commenti:

  1. mi piace. Importante è avere percorsi ben segnalati. Sto pensando ai "brevetti" del ciclismo. Uno fa un certo percorso quando vuole timbrando alla partenza ed all'arrivo per avere il suo bel certificato di partecipazione col tempo impiegato. Non demonizziamo però chi vuol correre con tanto di classifica... Arturo PANARO

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  2. Pier Marco Gallo mi chiede di riportare le sue parole:
    Mi affido ancora alle tue "pagine" x questa "storia" che vedo sta appassionando. Ho molta stima per Matteo che reputo una delle "menti storiche" del nostro podismo. Concordo in pieno con la sua analisi e con quanto accadeva tempo (forse troppo) fa. Io negli anni 80 ho iniziato a correre in Liguria, nello spezzino. Volevo smettere di fumare e non avevo altro sistema che la corsa, esattamente l'opposto del fumo. Allora come in parte oggi a La Spezia e dintorni esisteva un "Calendario Marce". Nulla di competivo se non in rari casi. Ci si trovava in prevalenza la domenica mattina e si facevano dei "Gruppi" che partivano solo dopo un certo orario. Classifiche zero, premi ai Gruppi, in prevalenza coppe. Buoni ristori e qualche bel pacco gara. Una premiazione a fine anno per le gare disputate chi più chi meno. La gara "principe" era il "Vivicittà" che però non era eccessivamente partecipato. Solo un centinaio di agonisti.
    Non so se da noi oggi questo tipo di competizione avrebbe molte presenze. Siamo diventati tutti con "cronometro, anzi satellitare in mano" a succhiarci i secondi in più o in meno, a contenderci un posto in categoria. Bene o male non so. E' una evoluzione come per tante altre cose. Bisogna prenderne atto. Il mio "cruccio" che forse non è stato ben compreso da tutti è quello di "mascherare" da non competitive delle gare che competitive sono. Il motivo di questo non sta a me dirlo, ma una spiegazione ci sarà pure!!!
    Possiamo anche provare, come dice Matteo, a fare una "camminata" senza ordine di arrivo e con un "riconoscimento " per tutti compreso un bel ristoro finale. Ma, mi chiedo, in quanti verrebbero? In quanti sarebbero quelli che alle gare agonistiche non vanno mai e che se ne stanno davanti alla tv o al computer? Quante famiglie si farebbero una bella passeggiata 5/6 km la domenica mattina? Spererei in tanti, ma oggettivamente credo che i risultati sarebbero scarsi. E' cambiata la cultura del movimento, è cambiata la sensazione di "partecipare" ad un qualcosa che poi è fine a se stesso e che non da"nessun lustro" ai singoli partecipanti. Forse è questo il vero problema, non stiamo a nascondercelo. Siamo un po tutti alla ricerca di un minimo di visibilità, di un attimo di noi stessi che sia il più "pubblico" possibile, di una citazione da mettere in calce ad una foto per dire agli altri "questo sono io. Che bravo vero?" e giù i "like" ed i "mi piace". Ciao Pier Marco Gallo
    P.S. Come vedete se qualcosa mi appassiona mi ci "butto"....

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  3. Lo scorso anno ho corso la Maratonina delle Prealipi Biellesi che è stata esattamente come dici tu, mio omonimo Matteo, partenza libera, ristori nessuna classifica: mi è piaciuta ed è stata molto divertente, era da poco morto mio papà e non avevo intenzione di stressarmi alla concomitante Mezza di San Gaudenzio.
    Ho cercato altre organizzazioni del genere ma non ne ho più trovate.
    Ammetto che l'ordine di arrivo mi regala quell'adrenalina che mi spinge a dare qualcosa in più.
    Concordo assolutamente sul fatto che ormai siamo diventati GPS e Crono dipendenti, per natura cerco di starne alla larga, correndo a riferimenti e resipirazione, perchè vedo molti amici che impostano un ritmo, anche nella corsa lenta, ed hanno gli occhi fissi al Garmin perdendo praticamente tutto il piacere di una sana corsa rigenerante corpo e mente.
    D'altra parte il Garmin è figlio dei nostri tempi, siamo diventati digitalmente dipendenti, io per primo. Dal PC a Whatsupp
    Alla fine della mia disgressione posso dirti che la "non competitive competitive" sono un paradosso ma credo siano state favorite dagli alti costi per l'organizzazione di una reale competitiva e dalla voglia, cmq crescente di molti runners, di confrontarsi più o meno agonisticamente. Poi ci sarebbe davvero da aprire un libro sull'argomento.
    In quanto al quantitativo di partenti non sono d'accordo: la gente è pigra, anche i runners... e spesso siamo solitari: non so in quanti prenderebbero la macchina per fare 30/40 km e trovarsi per correre se non chi voglia cimentarsi in una competizione, in alternativa dovrebbe esserci qualcosa di veramente molto bello, a partire dal percorso... come la Mezza delle Prealpi Biellesi di cui parlavo all'inizio.

    Matteo Robutti

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