lunedì 21 marzo 2016

Atletica. Gianmarco Tamberi campione del mondo indoor di alto

Bio Correndo chiama e Matteo Piombo prontamente risponde. Quando si tratta di Atletica, quella vera, mi affido a Matteo:

Dai mondiali di Portland in Oregon forse ci aspettavamo tutti una sorpresa, avevamo tre saltatori in alto (due uomini e la Trost) che erano tra i favoriti delle rispettive gare. Ma obiettivamente è stata quasi una sorpresa il successo di Gianmarco Tamberi nell’alto maschile, oltretutto con una misura (2,36) eccellente. La stessa che era valsa al marchigiano il titolo italiano indoor ad Ancona. Tamberi ha inanellato una serie di grossi risultati nella stagione in sala, a partire dal 2,38 che è oggi il primato nazionale. Una regolarità nuova per questo giovane talento, finora più noto per la sua curiosa rasatura a metà che non per i risultati sportivi. A Portland Tamberi ha vinto venendo fuori nei salti finali. Inizialmente aveva commesso qualche errore di troppo, che lo relegava in posizioni secondarie. Ma poi già a 2,33 aveva dimostrato che era in serata buona. A 2,36 è stato l’unico a valicare l’asticella, oltretutto al primo tentativo, mettendo quindi gli avversari in condizione di dover ribattere a questa misura. E’ la prima volta che un italiano vince una gara mondiale di alto, ed erano parecchi anni che non vincevamo un titolo mondiale indoor. L’ultimo fù Paolo Camossi a Lisbona 2001. L’atleta friulano che ha conosciuto l’atletica proprio a Tortona e nella nostra provincia ha anche scoperto poi la sua specialità nei salti in estensione. Il titolo di Tamberi è anche un importante segno che l’Italia può essere competitiva in atletica a livello internazionale. Dopo le spedizioni modeste ai recenti europei e mondiali all’aperto, l’anno delle Olimpiadi di Rio ci vede nuovamente sul podio e nel gradino più alto. E’ importante, non solo per Tamberi ma anche per tutta l’atletica italiana. Era un po’ avvilente vedere le varie gare  di Portland senza mai un azzurro, neppure a cercare di arrivare in finale. Ora speriamo che tutto il movimento ne tragga fiducia per tornare almeno a vedere azzurri più motivati e meno rinunciatari.

Matteo Piombo

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Foto di copertina da Outdoorblog

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