lunedì 8 febbraio 2016

Il rispetto delle Regole

NON LEGGETE QUESTO POST SE NON VI PIACCIONO LE REGOLE
Domenica a Fubine alcuni podisti, forse anche in regola, non hanno potuto correre come competitivi. Perchè? Perchè i giudici Fidal presenti hanno fatto il loro dovere. Una decina circa, tesserati solo per enti di promozione sportiva, hanno esibito al momento dell'iscrizione il solo certificato medico senza una tessera che dimostrasse l'effettiva appartenenza ad una società sportiva per il 2016.
Troppo fiscali? Inutile rigidità?

Assolutamente no! Vedo troppe classifiche con runner che dichiarano di appartenere ad una società e poi scoprire che in verità la società non aveva ancora provveduto al tesseramento, che la singola persona credeva che il tesseramento valesse 365 giorni dal momento in cui ha pagato la quota associativa, altri invece che in malafede si dichiarano di una società confidando che il giudice X non controlli.

Il giudice di gara DEVE fare il giudice e verificare che il singolo soggetto abbia le carte in regola per rientrare in classifica. La tecnologia è fondamentale per un controllo "al volo" che si può fare con i tesserati Fidal, ma basta uno smartphone per questo. Diverso è il discorso dei tesserati solo per gli EPS dove non è possibile accertare "live" l'effettivo tesseramento. Non resta per questi che portare con se la tessera e il certificato medico in corso di validità per evitare di non poter correre da competitivo pur avendo le carte in regola. Stesso discorso per i possessori di Runcard.

Io sto con i giudici che svolgono la mansione per cui vengono impegnati nelle manifestazioni. La flessibilità è essenziale, ma non su alcuni aspetti.

11 commenti:

  1. Mi fa piacere, ma non saranno in tanti ad essere sulla stessa linea d'onda

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  2. In effetti sembra che ci siano più persone a favore di questo discorso di chi non condivide. Non credevo e mi fa piacere!

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    1. anche io concordo pienamente, io sono per le cose giuste, da ambo i lati, nell'ultima gara che ho svolto, ho fatto presente al giudice fidal delle anomalie, documentate, ma mi e' stato risposto che lui era solo un giudice fidal, quindi la domanda e' : deve verificare solo la regolarita' degli atleti o puo' intervenire anche sugli organizzatori, quando riscontra delle scorrettezze?

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    2. Mario, il giudice deve intervenire anche verso gli organizzatori se si tratta di errori dovuti ad iscrizioni o premiazioni non corrette, per altri casi ha il classico rapporto da redimere verso il comitato regionale, pertanto deve segnalare ad altri perchè vengano presi provvedimenti. Il problema è che pochi lo fanno per non dover scrivere pagine su pagine ( il rapporto ne comprende 20) con commenti personali. Così facendo chi deve prendere decisioni il più delle volte non ha materiale a disposizione. Questo crea mal contento ai podisti e la scarsa considerazione che molti hanno verso i GGG (Gruppo Giudici Gara)

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    3. ciao Gino, infatti io mi riferisco, ad una iscrizione con importo superiore a quanto dovuto, in quanto le indicazioni date dall'organizzazione erano con l'aggiunta di due euro di cauzione, che avrebbero dovuto restituire alla consegna del chip, ho mostrato al Giudice FIDAL il mio Bonifico, ma mi ha risposto che lui era solo un Giudice fidal, e che avrei dovuto parlarlare con gli organizzatori, cosa che avevo gia' fatto, ma senza alcun risultato, ci sarebbero anche gli estremi per presentare querela per truffa.

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  3. Mi sembra logico essere d'accordo,i giudici sono appassionati come noi,non stipendiati e a volte per maleducazione ricevono degli insulti che non meritano,poi le regole che piacciono o no vanno rispettate.

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  4. Se uno punta alla vittoria o a un premio deve essere informato sulle regole e rispettarle, non deve neanche mettere alla prova il Giudice o l'organizzatore. Se invece non ha ambizioni agonistiche, può correre e partecipare alle non competitive.

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  5. Le regole, anche quelle sportive, se condivise e legittimamente assunte, sono l'unico baluardo contro l'anarchia.
    L'anarchia è disordine, è caos. Le regole permettono il vivere civile e rispettoso delle libertà altrui.

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