sabato 14 novembre 2015

La difficile strada verso Rio di Matteo Piombo

Atletica Leggera : Bilancio pista 2015
La stagione dell’atletica su pista è finita il 31 ottobre, come ogni anno, e se guardiamo le liste stagionali emerge un fatto. L’atletica italiana, che ai mondiali di Pechino ha fatto una pessima figura, è invece piena di giovani talenti.

Giovani che, se opportunamente portati a maturazione, potrebbero garantire futuri campioni.
Una situazione che da anni affligge il nostro movimento atletico, in cui situazioni statiche a livello federali e mancanza di ricambio sostanziale nella gestione della Fidal, ci hanno fatto scendere a livello internazionale.
Quest’anno se a Pechino abbiamo fatto davvero una risultato modestissimo (è stata la peggiore manifestazione mondiale come finalisti, a parte la mancanza di medaglie che era preventivabile) invece nelle rassegne continentali e mondiali giovanili abbiamo avuto lusinghieri risultati.
Ora è responsabilità della Fidal e dei suoi tecnici e dirigenti far giungere a maturazione questi talenti giovanili, senza sprecarli come invece è successo nelle ultime stagioni, con altri potenziali campioni. Altri atleti che sembravano destinati a brillanti risultati e rimasti a livello di promesse non mantenute. Troppi nomi han fatto sperare in un rilancio dell’atletica azzurra, e poi sono finiti solo tra i record giovanili. Una volta giunti all’età della maturazione sono scomparsi, hanno smesso di fare atletica o si sono adagiati in una mediocrità senza ambizioni.
Purtroppo mancano i mezzi qualcuno dice, non è proprio così. In realtà le risorse finiscono spesso sprecate in cose inutili o peggio. Per esempio in rimborsi eccessivi ad atleti finiti, che per anni vengono sovvenzionati come quando facevano risultati. In progetti di rilancio che servono solo a far spendere soldi. E così i giovani talenti vengono lasciati abbandonati, e la maggior parte di essi smette o finisce per fare scelte che appiattiscono i loro talenti. Molte risorse sono sprecate, mentre invece altri sport (vediamo il nuoto e il rugby per esempio) hanno avuto un notevole rilancio proprio per scelte federali indovinate e per aver saputo ben spendere le risorse.

L’atletica italiana è in crisi, da anni, ma ha i talenti e le capacità per un rilancio. Questo però se ci sarà un reale ricambio. Per le Olimpiadi di Rio non c’è da essere ottimisti, i giovani che si sono segnalati nella stagione 2015 non sono ancora in grado di fare risultati importanti. Ma sarebbe auspicabile portarne diversi in Brasile per fare esperienza, preferendo loro a vecchi campioni demotivati, che finirebbero per andare alle Olimpiadi quasi in viaggio premio, facendo poi come tanti atleti a Pechino quest’anno, arrivati alla gare che conta appagati dall’averla raggiunta e addirittura a volte fuori forma e senza motivazione. 
Matteo Piombo

Foto presa da una ricerca su Google

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