lunedì 31 agosto 2015

Il disastro italiano ai Campionati mondiali di Pechino. L'analisi di Matteo Piombo

Foto: Colombo/Fidal
Campionati mondiali di Pechino 2015

I mondiali di Pechino hanno offerto uno spettacolo sensazionale, è stata un edizione superlativa, piena di gare di elevato tono tecnico e agonistico. Atleti come Ashton Eaton, Mo Farah, Van Niekerk, Bolt e gare come il lungo femminile, i 400 piani maschili, le gare di mezzofondo veloce e prolungato maschile, le staffette e soprattutto le 4x400 sono state molto spettacolari.
Però in questo generale successo l’Italia non c’era se non con la pista che è stata anch’essa protagonista di efficienza. La nostra nazionale è stata inesistente. Il migliore è stato il maratoneta Ruggero Pertile, quarto e tra le donne la giovane marciatrice Palmisano, quinta nella venti km. Medaglie nessuna ma questo era pronosticabile. Certo nessuno avrebbe immaginato una figura così penosa al punto da poter dire che non siamo proprio esistiti. Chi ha visto le gare ha potuto notare che di maglie azzurre non se ne sono viste e le qualificazioni hanno messo fuori quasi tutti i nostri. Salvo Tamberi che ha fatto la finale dell’alto ma li ha chiuso le sue velleità finendo niente meglio che ottavo. Qualcuno si è impegnato e almeno questo va detto. Margherita Magnani sui 1500 ha fatto 4’09” e in un anno che l’ha vista a lungo ferma è già stato un risultato accettabile. Le due staffette femminili pur fallendo la finale han corso su buoni livelli. Meucci in maratona è stato sfortunato, per un problema fisico che lo ha fermato nella fase decisiva, togliendogli la possibilità di andare sul podio. La velocista Gloria Hooper arrivata al personale sui 200 con 22.92. E’ l’unica atleta della spedizione azzurra in Cina che ha migliorato il personale. Un altro dato su cui pensare. Poi per il resto niente, solo prove negative, atleti arrivati a Pechino fuori forma e incapaci di avvicinare i propri personali. Eliminazioni a raffica in qualificazione, e nessuno che ci abbia messo un po’ di impegno. Il nostro peggior mondiale, sono le parole del presidente Fidal Giomi. Ci voleva poco a capirlo, bisognerà però far qualcosa per evitare in futuro di essere classificati dopo piccolissime nazioni, che più di noi hanno fatto. Speriamo almeno che questa Waterloo dell’atletica italiana, mai così in basso in una grande manifestazione mondiale, serva a cambiare rotta. L’Italia finisce ventinovesima nella classifica a punti (quella che tiene conto dei finalisti) con solo 4 atleti piazzati nei primi otto. Di questi tre tra specialità su strada e uno solo nelle gare in pista e pedane (Tamberi). Nessuno avrebbe pensato a una prestazione così modesta. Ma forse sarebbe meglio definirla anonima visto che, a parte la pista, di italiano a Pechino non si è visto nulla.  
Matteo Piombo

L'Italia ai mondiali di atletica, la statistica dall'83 al 2103 di M.P.

2 commenti:

  1. Concordo... se poi a tutto questo ci aggiungi il commento in diretta di Bragagna... :P

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  2. Ho letto ciò che quotidianamente Matteo scriveva su fb ed è davvero tutto molto deprimente!

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