martedì 3 marzo 2015

Vercelli Run senz' acqua, le (dis)avventure continuano


Questa lettera è di Silvio Giroldi, indirizzata al Presidente della sua società, la "Sesia Running", Francesco Sola, nonchè ex organizzatore della mezza di Vercelli, il quale a sua volta la girerà alla fidal dopo le (dis)avventure di domenica:
Gent.mo Presidente Sola, la mia preparazione alla prossima maratona prevedeva un lungo a fine febbraio.

Quale occasione migliore se non quella di fare 30 km+altri 3-4, con i miei compagni d'avventura, proprio a Vercelli?
Tutto a posto e tutto concordato, si parte alle 9.30, mi raccomando non arrivate in ritardo.
Alle 9,20 entriamo in griglia di partenza con la voglia di partire ed arrivare ad un orario concordato per i futuri impegni quotidiani.
La pistola della partenza stenta a sentirsi ma aleggia nell'aria una sensazione strana, di scarsa organizzazione.
In effetti manca il medico a presenziare la gara e la partenza è ritardata di un tot di minuti (non porto orologio alle gare e nemmeno il satellitare, quindi diciamo un'eternità). 
Alla fine credo di aver iniziato la gara dopo circa mezz'ora dall'orario stabilito.
Partiamo e tutto fila liscio, le gambe sono a posto, gli amici sorridono e sono pronti per l'ultimo lungo prima della prossima maratona.
I km percorsi ormai sono 15 e non vediamo l'ora di un po' di liquidi; nelle vicinanze di Pizzarosto ci sono 3 addetti in tuta arancione che si guardano intorno, ed anche noi li guardiamo pensando che il ristoro sia dietro l'angolo.
L'angolo sognato svanisce, non esiste il ristoro dei 15 km ma teniamo duro perchè tra poco ormai saremo al 20° km e faremo una bella bevuta.
L'amico Antonio è in crisi idrica e chiede a me e Mauro di anticipargli il ristoro prendendo una mezza bottiglietta d'acqua.
Acceleriamo e ci portiamo avanti ma, con sorpresa, al 20° troviamo 2 ragazzi in auto che non hanno traccia di acqua e sali (sarebbe bastata acqua).
Antonio si ferma ma l'incitamento a continuare è costante, promettendogli acqua a tutti i costi.
Arriviamo a Prarolo ed il campanello di una abitazione, suonato con leggerezza, permette al proprietario dell'abitazione di aprire la porta; la richiesta, da mendicante, di un po' di liquidi lo impietosice e, con estrema gentilezza, ci regala una bottiglia da 2 litri di acqua.
Raggiungo Antonio e dopo essersi dissetato, lasciamo la bottiglia ad altri concorrenti al limite della sopportazione e dell'arsura.
Vercelli è ormai vicino me le gambe di Antonio sono stanche, non riescono a ripartire.
Piazzale d'Azzo ci ha visti arrivare con esterma difficoltà e credo siano stai diversi i partecipanti alla 30 km ad avere avuto problemi.

Se ce l'avessero detto, avremmo fatto un percorso analogo, con la ns borraccia risparmiando 30€ (della maglietta a ricordo della gara ne avremmo fatto a meno)
Siamo nel 2015, non nel paleozoico!!! 
La salute delle persone non deve dipendere da scopi di lucro.
Nessuno deve sentirsi obbligato ad organizzare gare podistiche, specialmente se corre il rischio di mettere in pericolo la salute dei partecipanti.
Noi alteti (un parolone, chiedo scusa), abbiamo l'obbligo di esibire un certificato medico di buona salute, altrimenti non ci viene concesso di partecipare alle gare ufficiali FIDAL: perchè, allora, non chiediamo la certificazione abilitativa anche agli organizzatori di gare podistiche?
Personalmente non parteciperò ad altre gare con lo stesso comitato organizzativo....e nemmeno i miei amici.
Questa mail è inotrabile agli organi competenti.
Un grazie al nostro salvatore di Prarolo.
Cordialità
Silvio Giroldi

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