martedì 20 febbraio 2018

Roberto Zanda ad un passo dalla morte. A rischio amputazione mani e piedi. Il fatto

Roberto Zanda, il Massiccione per gli amici o per quella grande fetta di persone del mondo dello sport che l'hanno conosciuto, ha catalizzato ahilui i media italiani.

Sotto il fatto raccontato per primo da un sito canadese la settimana scorsa. Il link e la traduzione del pezzo.

Il fatto è, in sintesi, che l'ultraman sardo ha partecipato ad una delle sue avventure. La Yukon Artic Ultra, una 480 km in solitaria nel freddo e nel ghiaccio del Canada. L'imprevisto al 6° giorno. Il racconto si fa ad alta tensione. Sarebbe rimasto 14-17 ore in balia del freddo. -40 - 50°, scalzo e senza guanti. Non è chiaro il perchè sia rimasto in queste condizioni, sta di fatto che la grave ipotermia l'ha portato ad un passo dalla morte. Il ritorno in Italia è di ieri. Atterrato a Caselle è stato trasportato ad Aosta in un centro specializzato dove i medici cercheranno di salvare mani e piedi che sono a rischio di amputazione.

Lo spirito di Zanda è tutto fuorchè arrendevole. In una intervista rivendica il suo essere "Sardo" come motivo primo di resistenza e resilienza. Non solo, su Facebook addirittura scrive:" ... Onestamente devo dire che non sono preoccupato, ho tanta roba da fare e non sono uno che aspetta di solito. Se devono amputare che si faccia, non saranno quattro protesi il problema, ma chi se ne frega.. Purtroppo dopo 300 km è accaduto questo fatto, segnaletica o no, allucinazioni o no, ipotermia o no, spot o no spot, capanno o no, morale sono vivo e vegeto e spero di trovare due bei piedi che mi permettano di continuare a fare questa bella vita fatta di sport e resilienza. Grazie alla Montane che mi ha equipaggiato con abbigliamento tecnico di altissimo livello che mi ha sicuramente salvato la vita mentre sono stato 14h nella foresta..."


L'ARTICOLO della notizia

La traduzione:

Un atleta italiano che ha preso parte a una maratona estrema  in Yukon è in terapia per un grave episodio di congelamento e potrebbe perdere le mani e i piedi – tuttavia afferma che non si pente di aver corso la gara.
Roberto Zanda è stato salvato la scorsa settimana in elicottero nella zona centrale dello Yukon mentre si trovava a metà strada nella la massacrante gara Yukon Arctic Ultra di 480 km. In questa gara che si tiene ogni anno, gli atleti competono in mountain bike, sci di fondo o a piedi. Zanda era a piedi e si trovava nel sesto giorno dei nove previsti per la gara quando ha iniziato a sentire i primi effetti dell'ipotermia.
Durante un controllo mattutino di routine il 7 febbraio, le guide della Yukon Ultra si sono imbattute nella slitta che Zanda stava tirando, ma non sono riuscite ad individuare l’atleta.
I soccorritori lo hanno trovato più tardi lo stesso giorno e lo hanno trasportato in elicottero all'ospedale di Whitehorse. E’ previsto che rimanga lì finché non saranno presi accordi per trasferirlo in un ospedale italiano.
Le temperature durante la maratona erano tra -30 e -40 °C. Zanda ha riferito a CBC News di essersi allontanato alla ricerca di aiuto perché i suoi piedi cominciavano a congelarsi. Ha lasciato dietro di sè la slitta con tutta la sua attrezzatura e un dispositivo di localizzazione GPS.
Riferisce ora che è convinto che quelli siano stati i primi sintomi dell’ipotermia. Spesso i sintomi iniziano gradualmente e non vengono riconosciuti da che ne soffre, anche confusione mentale e comportamenti insoliti possono rientrare fra i primi segni di ipotermia. Zanda ha detto di aver vagato per circa un chilometro nella neve profonda, senza scarpe per 18 ore. Le sue mani erano incredibilmente fredde; togliendo guanti aveva visto che erano gialle.
Una risonanza magnetica ha rivelato che la circolazione sanguigna nei sui piedi è ormai praticamente assente. Ci vorranno diversi mesi per sapere se la situazione si risolverà, per ora Zanda spera che non sia necessaria l’amputazione. L’atleta ha anche riconosciuto che essere vivi è più importante che avere mani e piedi, aggiungendo che continuerà a correre anche con le protesi.
Peggiore incidente nella storia della gara
Robert Pollhammer, l'organizzatore della Yukon Arctic Ultra, ha dichiarato che questo è il peggior incidente nei 15 anni della storia della corsa. Quest'anno l'Ultra ha avuto circa 50 partecipanti da tutto il mondo, tra cui Danimarca, Germania e Regno Unito.
Pollhammer ha detto dopo il salvataggio di Zanda, ha avuto colloqui con l'RCMP e altre persone coinvolte nella gara.
"Ci sono state molte discussioni, molti “avremmo potuto?... e se…?”, E la conclusione è, no" "Zanda aveva tutto ciò di cui aveva bisogno, aveva la giusta attrezzatura ... semplicemente ha ignorato tutti i segnali di pericolo dell'ipotermia", ha detto Pollhammer, “è stato un errore sganciarsi dalla slitta e lasciare il dispositivo di localizzazione su di esso. Se lui si fosse allontanato dalla traccia con la sua slitta agganciata a sé, lo avremmo visto vagare fuori dalle orme e avremmo potuto mandare qualcuno. D’altra parte era ipotermico, e in una fase in cui tu ... non sai davvero più cosa sta succedendo." Pollhammer ha detto che non ha ancora deciso se organizzerà un altro Yukon Arctic Ultra. "È sempre difficile sapere che stai organizzando qualcosa e che qualcuno sta subendo gravi conseguenze"

2 commenti:

  1. mah, se è vero quanto riporta l'intervista, una simile sfacciataggine non gli rende certo onore, ne come sportivo e ne come uomo.

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    1. Leggendo altre interviste si capisce che era in stato confusionale e pensava di essersi perso, hai mai fatto o seguito un'ultra "normale"? E' inevitabile che da solo, dopo tanti km, di notte, ti vengano paranoie sul fatto di aver sbagliato strada, anche se ben indicata!

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