mercoledì 17 dicembre 2014

Gli allenatori rispondono. Riccardo Negro e una novità..

Oggi si chiude la prima parte della rubrica - Gli allenatori rispondono -, seguirà qualcosa di diverso nel mese di gennaio, sto studiando un'altra formula. All'appello manca Beatrice Brossa, ma mi spiace insistere ed è già stata disponibile in altre occasioni. Si chiude con Riccardo Negro, allenatore pluridecennale che attualmente segue i giovani dell'Atletica Mezzaluna e un gruppo di astigiani in forza al Cus Torino e qui la novità 2015.
Da 3 anni e spiccioli segue anche Edmil Albertone che quest'anno lascia, sportivamente, la Liguria per tornare in Piemonte e proprio con i colori del Cus Torino. In bocca al lupo a Edmil per la sua nuova avventura e a entrambi per il loro futuro podistico:

Partiamo dal tuo passato sportivo. Da dove arrivi? Quale trascorso hai nell’Atletica come atleta?

Il mio passato sportivo è di livello molto modesto ed è comunque sempre stato un momento di relax mentre facevo l’allenatore.
Ho iniziato con il podismo su strada non più giovanissimo, nel 1974 a 24 anni, per presto appassionarmi alle gare di mezzofondo prolungato su pista, dove comunque i risultati erano mala pena di medio livello provinciale (34’20” sui 10000m e 16’35”sui 5000m ).
Solo a 48 anni ho provato a cimentarmi anche sulla maratona correndo a Reggio Emilia in 2h51’20” con 3 allenamenti settimanali.

 Da quanti anni alleni? E come è scattata l’idea di mettersi in gioco come allenatore?

Ho iniziato praticamente ad allenare già nel 1974, quindi 40 anni fa.
Già dall’inizio della mia attività ho voluto documentarmi e fare i primi corsi da Tecnico Fidal cosicchè mi sono trovato “costretto” a seguire l’allenamento dei miei compagni di corsa in quei tempi pioneristici

Qual è il tuo target (giovani-master) di atleti? Chi stai seguendo attualmente?

Sin dall’inizio ho dedicato la mia attenzione ai ragazzi delle scuole medie, grande serbatoio di potenziali atleti.
Nel tempo ho,  perciò, potuto avvicinare all’Atletica centinaia di ragazzi/e, pur sapendo che una minima percentuale avrà modo e voglia di continuare con impegno e ottenere risultati di rilievo.
Ma, al di fuori dei risultati agonistici, ritengo che fare Atletica sia una meravigliosa esperienza ed un’ottima scuola di vita.
Attualmente seguo il settore giovanile della Mezzaluna di Villanova d’Asti in collaborazione con alcuni colleghi e un gruppo di atleti tutti provenienti dalla Mezzaluna, che gareggiano con i colori del CUS TORINO.
Fra loro Marco Lano, mezzofondista veloce del 1996, cat Juniores, che vanta 1.50.71 sugli 800m e una presenza in azzurro ai Campionati Mondiali Allievi nel 2013.
Altro mezzofondista veloce è Eugenio Staccione del 1997, vincitore quest’anno nei CDS sempre sulla distanza degli 800m sia della fase Regionale di Torino che di quella Nazionale di Imperia.
Nei 400m attualmente l’atleta più promettente è Simone Lizzi, anche lui del 1997 che ha chiuso la stagione al 4° posto nazionale con un buon 49.51
Unica eccezione in questo gruppo di giovanissimi atleti è l’amico Edmil Albertone, mezzofondista poliedrico, non più di primo pelo, che seguo con simpatia da circa 3 anni e che , dopo una pausa di riflessione, sta ricominciando a scrivere il suo nome in alcune competizioni regionali.

Nella stesura di un ciclo di allenamenti segui delle linee guida/principi ben delineati o vengono modellati a seconda del periodo e dell’atleta?

E’ chiaro che ci sono linee guida generali, basate su vaste e documentate esperienze e studi, ma ogni atleta è a se stante, sia fisicamente, specialmente nell’età della crescita, sia caratterialmente.
Il mio approccio è fissare gli obiettivi a lungo, medio e breve termine per ognuno, poi lavorare in modo molto personalizzato per cercare di raggiungerli, tenendo conto di tutti i fattori, fisici, mentali, ambientali e cucendo l’allenamento addosso all’atleta.

L’approccio psicologico è oggi sempre più considerato, quale importanza riponi sulle capacità mentali dei tuoi atleti? Li alleni anche sotto quel profilo?

L’aspetto psicologico è molto importante ed è necessario allenarlo continuamente per poter affrontare al meglio tutte le situazioni.

Nella tua esperienza è più determinante un atleta talentuoso o uno determinato con meno qualità e quale importanza dai al risultato ottenuto?

E’indubbio che per raggiungere risultati d’eccellenza è necessario avere talento e allenarlo con grande determinazione. Il solo talento, senza lavoro, dopo una certa età non serve assolutamente, mentre l’impegno e la determinazione possono dare grandi soddisfazioni. Poi è chiaro che ognuno di noi ha i propri limiti, che a priori non conosciamo. Sta a noi decidere se vogliamo andarli a cercare o no.
Ogni risultato è importante valutandolo nel contesto in cui è stato ottenuto. Può essere un indicatore che si sta lavorando bene o può essere il raggiungimento di uno degli obiettivi prefissati. E’ comunque sempre da considerare come un nuovo punto di partenza.

Qual è la tua impostazione nell’allenare un giovane rispetto ad un master? Quali differenze di stimoli devono necessariamente esserci?

Allenare un giovane vuol dire avere la massima attenzione alla sua crescita biologica, sia fisica che mentale e farlo “allenare” in modo equilibrato, seguendo i suoi mutamenti continui senza mai fare forzature per ottenere risultati precoci ,ma finalizzando tutto alla sua maturazione.
Allenare un master è relativamente più semplice, ammesso che non sia ossessionato dai risultati da ottenere a ogni costo.
Penso che un master debba innanzitutto volersi divertire, come d’altra parte anche un giovane, senza nulla togliere alla legittima voglia di provare a migliorare le proprie prestazioni agonistiche, nel confronto specialmente con se stessi.

Se per un master è normale allenarsi in solitudine, quali sono i vantaggi di un allenamento collettivo e come viene organizzato in un gruppo eterogeneo di atleti?

Un allenamento collettivo di un gruppo eterogeneo di atleti permette sicuramente di alleggerire la fatica mentale degli atleti stessi. Per organizzarlo è necessario conoscere bene i vari componenti e poi usare tanta fantasia, nel rispetto di ognuno di loro.
E’ comunque  fattibile e molto divertente e interessante. 

C’è un consiglio che ti sentiresti di dare a chi quotidianamente calza le scarpe per allenarsi?

Parti sempre con la voglia e la consapevolezza di faticare divertendoti

Una delle domande ricorrenti che mi sono arrivate è sulla richiesta economica. Qual è il costo per farsi seguire te?

Non lo faccio per denaro, seguo solo chi voglio

Grazie per la disponibilità e se volessi indicarci dove i lettori di Bio Correndo ti possono trovare sarebbe di grande utilità!

Se vuoi puoi dare la mia e-mail “riccnegr@alice.it”, ma rispondo solo se trovo l’argomento
Interessante.

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